sabato 6 ottobre 2007

DIRITTI DEL FANCIULLO



LA CARTA DEI DIRITTI DEL FANCIULLO CHE PRATICA LO SPORT

1) DIRITTO DI PRATICARE LO SPORT

2) DIRITTO DI GIOCARE E DIVERTIRSI

3) DIRITTO DI BENEFICIARE DI UN AMBIENTE SANO IN ASSOLUTA SICUREZZA

4) DIRITTO DI PRATICARE SPORT ASSISTITO DA PERSONE COMPETENTI.

5) DIRITTO DI ESSERE TRATTATO CON DIGNITA'

6) DIRITTO DI SEGUIRE GLI ALLENAMENTI ADEGUATI AI GIUSTI RITMI BIO-PSICO-FISICI E SENSORIALI.

7) DIRITTO DI SCEGLIERE LIBERAMENTE LO SPORT DA PRATICARE.

8) DIRITTO DI PARTECIPARE A COMPETIZIONI ADATTE ALL'ETA' REALE INSIEME AD AGONISTIDALLE SIMILI CAPACITA' POTENZIALI.

9) DIRITTO DI USUFRUIRE DEI GIUSTI TEMPI DI RIPOSO.

10) DIRITTO DI NON ESSERE UN CAMPIONE.

I genitori col termometro vedono la pratica sportiva solo foriera di malattie e di invalidità e tendono a limitarla anche al di là del ridicolo. I genitori col cronometro invece perdono il senso di ogni realtà insieme al buon senso comune, vedendo i loro filgli come astronauta dello sport con in tasca la prenotazione delle prime pagine dei giornali a partire dal primo calcio al pallone o al primo incontro di judo. Essi si trasformano da subito in procuratori allenatori motivando il piccolo a farsi largo a gomitate per poi un giorno far brillare di luce riflessa tutto il parentato. Fanciulli, in età da gioco spontaneo, vengono spinti a tempo pieno verso mete ardue da raggiungere ed onerose da mantenere. Le conseguenze negative saranno enormi e irreparabili e il fanciullo verrà inesorabilmente sacrificato sull' ara del metro del cronometro o del risulatato fin dalla sua tenera età. Maggiori gli inconvenienti sociali, ove egli si sarà giocato le condizioni di "pari" tra i suoi coetanei, sia nel momento della gloria che al suo decadere. Potranno intervenire a causa di ciò severe sindrome depressive, asocialità, dubbio del sè, sia nella tarda adolescenza che nella maturità. Quindi, se il fanciullo è portato autonomamente a progredire nello sport, a meno che non si notino particolari controindicazioni, non è giusto frenarlo, ma neanche è giusto spingerlo ulteriormente verso esperienze precoci che egli non è sicuro di desiderare. Se è vero che il fanciullo ha il diritto dai praticare sport è anche vero che ha tutto il diritto di non diventare un campione. I bimbi del mondo, praticanti o non praticanti sport, devono comunque essere considerati tutti primi al traguardo del nostro cuore.

( Giovanni Notarnicola- Psicologo)

1 commento:

Anonimo ha detto...

Complimento ragazzi!
Stefania